dio e altrove

Dio è altrove – Testi

IL CONTE MAX DI GENOVA

L’avambraccio del ragazzo
Ne tradisce la dolcezza
Nelle notti senza sonno
Che si cantano da sole
Sembra ma non è mai sazio
Dell’antica tenerezza
Che trasforma il mese in anno
E la musica in parole

Forse un po’ si lascia amare
Ma lo fa senza malizia
E il piacere della penna
Ne ripaga la fatica
Quando poi senza parlare
Ti regala la delizia
Di una radio senza antenna
Che ricama la tua vita

Il conte Max di Genova
Danza follemente
Se non sei presente
Mentre per la gente canta
Il conte Max di Genova
Vive di recente
Molto attivamente
La sua libertà che incanta
Con un piglio antico
Sceglie come amico
Chiunque non gli pesi troppo
Quello che ha da dare
Scorre fino al mare
Non gli si può far da tappo
Le sue note vive
Scelgono le rive
Dove ti dovrai posare
Le sue note tristi
Scelgono gli artisti
Da cui ti dovrai guardare
Le sue note nuove
Scelgono la nave
Che ti rivedrà salpare

Sono a forma di chitarra
Le sue mani delicate
Che rimbalzano le corde
Come fossero le dita
Sono a forma di chitarra
Le sue mani insanguinate
Della nostalgia più forte
Sulla linea della vita

Sono a forma di canzone
Di canzone senza forme
Le parole che dal verbo
Vanno giù in fila indiana
Ed è tutta una visione
Una tavolozza enorme
Dove il peso dell’inverno
Nell’estate si dipana

Dove il peso dell’eterno
Nel presente si dipana