La spia che ti amava – testi

Il gelsomino

Ti accoglieva sul cancello il gelsomino
Lei stava tre piani sopra
Ma ti scopriva in strada
Parcheggiato come un assassino
Sorrideva mentre ti squadrava
Era un giunco che il vento non piegava
Un airone al chiarore del mattino
Indeciso nella pioggia rada
Nella pioggia rada

E la schiena si mostrava nel suo volo
Era l’esile sua tempra
Solo per chi l’amava
Candida su un bianco stelo
Potente come la sua fiamma
Ardente tra la tragedia e il dramma
Labbra piegate in un sorriso solo
Richiuso su una memoria vaga
Su una memoria vaga

E la voce emergeva dall’acqua
Come fosse da poco annegata
Tremolante infantile insicura
Dalle troppe ferite forgiata
Dalle cicatrici scolpita
Senza amici o nemici
Senza tanti interventi
Artifici infelici
Sola in mezzo ai parenti
Benefici ed unguenti
Tra i lamenti e i sacrifici

Ti lasciava sul cancello il gelsomino
Tu guardavi il terzo piano
Se per caso guardava
Lei riavvolta sopra il suo divano
Aveva già scordato la strada
I chilometri per il tuo ritorno
Sul cruscotto sciorinati invano
Nella sera lenta che dilaga
Lenta sera che dilaga

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